Logorati d'amore: quando si smarrisce l'amore per se stessi

Domenica, 09 Maggio 2021 11:24

     

    Non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, né che il bosco sia spopolato e solitario perché per me tu sei il mondo intero; chi potrà dunque dire che io sono sola se il mondo è qui a guardarmi? Shakespeare

     

    Chiunque sia stato innamorato almeno per una  volta nella sua vita, avrà provato le emozioni eccezionalmente descritte da Shakespeare in “ Sogno di una notte di mezza estate”. Emozioni potenti, che ti fanno battere forte il cuore,  tirare quel sospiro che muove tutti i muscoli del corpo, in cui le spalle si liberano del peso di tanta gioia, le guance si arrossano e le parole si bloccano e tutta la nostra energia è convogliata nel desiderio di rendere quell'attimo eterno.

    Immagina ora di essere nella sala di un cinema, quello che stai guardando è il nastro della tua vita, sembra impazzito, senza sosta ti propone questa scena sempre uguale, nel passato, nel presente e nel futuro, dopo quel battito, quel sospiro, quel movimento, quel desiderio, il film procede velocemente incontrollato, sofferenza, smarrimento, rabbia e senso di colpa ne accompagnano la fine.

    Mentre stai pensando all’angoscia evocata da questa immagine, che tanto ti ricorda quello che non vorresti, mi sento di dirti che se ti senti così è perché in quelle relazioni, in cui hai investito e hai sperato, è probabile si stia celando il fantasma del modo in cui in passato sei stato accolto, coccolato, nutrito di attenzione ed educato.

     

    Amore e esperienze di attaccamento

    Mi riferisco alle primissime esperienze di relazione, quelle che ti hanno permesso di conoscere l’altro diverso da te e il mondo, quelle che ti hanno insegnato a comprendere e reagire ai comportamenti dell’altro, a rispondervi,  a ricordarli e a ripeterli nel tempo. Queste esperienze di relazione, possono averti dato sicurezza o generato confusione rispetto a chi sei e quanto vali, cosa puoi e cosa vuoi e viceversa, iscrivendosi indelebilmente nella tua esistenza.

    Senza una base sicura, senza un contenitore in grado di restituire contenuti digeribili, senza una preoccupazione materna primaria, una volta adulto, sperimenti l’equilibrio come noia, l’amore come ansia e eccitazione, anche paura, il cambiamento dell’altro diventa una missione, dimenticare te stesso un dovere.

    Così nelle infinite possibilità relazionali che la vita ti offre, vai alla ricerca della sinfonia perfetta, che possa mettere ordine nella sofferenza passata, ma che non fa altro che eseguire la melodia che più ti è familiare.

    Un incalzare di emozioni per lo più negative, di situazioni di dipendenza e di evitamento, di sensi di colpa, di gratificazioni e manipolazioni che fanno fuggire da sè e rincorrere l’altro.

    In questo pellegrinaggio, la ricerca della relazione perfetta, purtroppo, avviene senza una relazione con se stessi, per questa ragione un amore per l’altro senza amare se stessi non mi sembra possibile. Tu hai bisogno di tempo, di una nuova relazione, hai ragione, e le mie parole, che parole assurde per te. La storia è tutta qui per te, quelle persone, che sembravano proprio perfette per te, non lo erano, tutto qui. La prossima, si, la prossima relazione sarà quella giusta.

     

     

     

     

    Ultima modifica il Giovedì, 01 Luglio 2021 08:56