La scatola dei ricordi: strumenti quotidiani per migliorare la memoria

Lunedì, 24 Maggio 2021 14:12

         

    Si deve cominciare a perdere la memoria, anche solo brandelli di ricordi, per capire che in essa consiste la nostra vita. La nostra memoria è la nostra coerenza, la nostra ragione, il nostro sentimento, persino il nostro agire

    Dalle memorie di Luis Bunuel

     O. Sacks

     

    Ogni giorno, nello scorrere della quotidianità, ci troviamo di fronte alla necessità di immagazzinare informazioni per poi poterle rievocare quando le circostanze lo richiedano. Questo processo a noi appare così naturale che non riusciamo neanche a rendercene conto, se non quando questo sistema così complesso inizia a vacillare.
    La memoria guida costantemente le nostre azioni e i nostri pensieri e in tal senso è sempre in azione, ma questo non deve condurci a considerarla erroneamente contenitore di tutti gli stimoli che ad essa giungono dall’esterno e dall’interno. Essa infatti,  opera regolarmente una selezione su di essi.


    La letteratura sulla memoria pullula di studi che si sono occupati di indagare i sistemi responsabili del ricordo temporaneo e permanente. Queste indagini hanno consentito dapprima la distinzione di due magazzini di memoria, uno a breve termine e uno a lungo termine, successivamente, intorno alla fine degli anni 70’, l’esistenza di tre componenti: i registri sensoriali, un magazzino a breve termine e un magazzino a lungotermine, indicati nel modello di Atkinson e Shiffrin.
    In un secondo momento l’ipotesi di un unico magazzino mnestico, coinvolto nell'immagazzinamento, nella codifica e nel mantenimento delle informazioni, venne confutata da Baddeley e Hitch con l’utilizzo del paradigma del doppio compito.  Gli studiosi fecero apprendere una lista di parole visivamente e nello stesso tempo, tenere a mente tre o sei cifre presentate uditivamente. Questo e altri risultati simili portarono alla formulazione del modello della memoria di lavoro, attualmente il più accreditato. Secondo questo modello la memoria a breve termine o memoria di lavoro non è dunque un unico magazzino, ma è costituita da un sistema che opera un controllo delle informazioni e supervisiona degli altri sistemi, il sistema esecutivo centrale, il loop articolatorio, che conserva le informazioni uditive ed  è coinvolto nel processo di ripetizione di natura articolatoria e il taccuino visuo-spaziale, che conserva informazioni visive e ha anch’esso un processo attivo di ripetizione. Solo in seguito è stata aggiunta un’ulteriore componenteil “buffer episodico“ responsabile dell’integrazione di informazioni provenienti sia dalle diverse componenti della working memory, sia dalla memoria a lungo termine.Alla luce di quanto detto sin qui, non possiamo dunque definire la memoria diversamente da un processo attivo che coinvolge diversi stadi prima di lasciare in memoria una traccia.


    L’attenzione consente alle informazioni di entrare nel cervello, in modo da poter essere codificate, ossia elaborate perché ci colpiscono emotivamente o ci interessano, in tal senso la profondità di elaborazione determinerà la dimensione del ricordo. In seguito alla codifica, il consolidamento ne determina una rappresentazione stabile e conduce all’immagazzinamento, ossia la registrazione permanente dell’informazione. In fine, la rievocazione consente il recupero dell’informazione immagazzinata.


    È possibile che l’opera di sintesi concernente i sistemi e gli stadi della memoria non sia  riuscita, tuttavia vi chiedo di essere magnanimi rispetto all’intenzione benevola che la sottende, far comprendere uno strumento per migliorare il ricordo, alla luce della comprensione di come si crea il ricordo stesso.

    Di fronte alla necessità di richiamare un’informazione che serve proprio in quel momento, si può essere colti dalla sorpresa, direi anche piuttosto spiacevole, di non ricordarla e come spesso accade, per evitare che questa situazione si ripeta, introduciamo nelle nostre giornate delle strategie che sostengano ricordo, pensiamo all’agenda, al calendario, all’orologio.
    In questa seconda sezione dell'articolo proviamo a fare un po’ di ordine rispetto a ciò che probabilmente facciamo, ma non ne siamo consapevoli o che potremmo fare per facilitare il ricordo di informazioni.

    Tutto un po’ ovunque…
    Provando a guardare il vostro ambiente magari vi renderete conto di non avere un blocco note su cui poter appuntare ciò che serve ricordare, bene allora potreste aggiungerne uno.  In qualche spazio della casa anche se al momento vi sembrerà difficile trovarne uno, potreste collocare una lavagnetta in cui è indicato cosa non deve essere dimenticato, non so, magari, oggetti, cibo da acquistare, commissioni.

    Forse ci sono degli oggetti che proprio non potete fare a meno di smarrire, provate a riflettere quali sono,  le chiavi, il portafogli, l'ombrello? Questi e altri oggetti potrebbero essere collocati in posti specifici e che siano anche strategici, ossia più facili da essere visti e/o ricordati, vicino la porta magari.

    Ogni giorno è buono per…
    Ora pensate alla vostra giornata, se proprio non riuscite a liberarvi da mille impegni che poi finiscono per farvi dimenticare delle informazioni importanti che avreste dovuto ricordare, perchè non provare a crearsi una routine?  Iniziate a pensare a dei giorni fissi in cui fare delle attività che ritenete di non dover dimenticare, ma che finite inevitabilmente per dimenticare e verificatene gli effetti.
    Oggi mi sento…
    Vi capita di avere maggiori difficoltà quando vi sentite maggiormente in ansia, sotto stress, senza tempo? Ebbene, forse ne avrete sentito già parlare, l'ansia e lo stress sono nemici della memoria, nella misura in cui non si impara a “stare nel tempo", a concedersi pause, a occuparsi di se stessi.  Se vi trovate nella perenne condizione dello stacanovismo, sappiate che questa non facilita il ricordo, ma lo compromette sensibilmente, mollate ciò che non ritenete necessario e tirate un sospiro.

    A ognuno il suo strumento...
    Molti degli strumenti che vedrai qui indicati sono ormai di uso comune. L’agenda e i foglietti adesivi, rispetto alla prima è importante che l’agenda sia portatile, in questo modo potrete consultarla in ogni momento e ciò potrebbe facilitare la pianificazione della vostra giornata. Il calendario quotidianamente ci consente di annotare appuntamenti o occasioni importanti e proprio come la lavagnetta, aiuta a tenere ben in vista le informazioni da ricordare. Per chi predilige strumenti tecnologici, si può ricorrere a smartphone e tablet, che offrono le medesime funzioni e anche qualcosa in più.

    Non dimentichiamoci degli stimoli acustici, pensiamo al suono di un orologio o di una sveglia, anche questi possono costituire un valido aiuto, ci avvisano che è il momento di eseguire un determinato compito, o di un timer da cucina per indicare l’inizio e la fine di un’attività. Uno strumento che forse in pochi conoscono è il pill reminder per i medicinali, riempiendolo a seconda della giornata, se è giornaliero, o della settimana, se è settimanale e magari collocandolo in un posto visibile.
    Per finire, alla luce del funzionamento della memoria e delle strategie sin qui proposte, ricorrere a questi sostegni esterni con una maggiore consapevolezza e regolarità potrebbe esservi di aiuto.  Appena ne sentite la necessità, verificatele personalmente, apprezzarne l’utilità faciliterà il loro utilizzo e potreste beneficiare di una riduzione delle difficoltà di memoria e degli inconvenienti legati a esse. Siate curiosi...

     

     

     

    Riferimenti bibliografici:

    Bradimonte, M. A. (2004).  Psicologia della memoria. Roma: Carocci.

    Canestrari, R. & Godino, A. (2002). Introduzione alla psicologia generale. Milano: Mondadori.

    Powell, T. & Malia K. (2009). Training di riabilitazione cognitiva.  Esercizi di memoria, abilità di pensiero e funzioni esecutive dopo una lesione cerebrale. Trento: Erickson.

    Sacks, O. (1986). L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello. Milano: Adelphi, 

    Ultima modifica il Martedì, 15 Giugno 2021 19:00