Una mattina il filobus numero 75, in partenza da Monteverde Vecchio per Piazza Fiume, invece di scendere verso Trastevere, prese per il Gianicolo, svoltò giù per l'Aurelia Antica e dopo pochi minuti correva tra i prati fuori Roma come una lepre in vacanza.

I viaggiatori, a quell'ora, erano quasi tutti impiegati, e leggevano il giornale, anche quelli che non lo avevano comperato, perché lo leggevano sulla spalla del vicino. Un signore, nel voltar pagina, alzò gli occhi un momento, guardò fuori e si mise a gridare:

Questa è la storia di Alice Cascherina, che cascava sempre e dappertutto. Il nonno la cercava per portarla ai giardini.

:- Alice! Dove sei, Alice?- Sono qui, nonno. - Dove, qui? - Nella sveglia. Sì, aveva aperto lo sportello della sveglia per curiosare un po', ed era finita tra gli ingranaggi e le molle, ed ora le toccava di saltare continuamente da un punto all'altro per non essere travolta da tutti quei meccanismi che scattavano facendo tic-tac.

Un'altra volta il nonno la cercava per darle la merenda:- Alice! Dove sei, Alice?- Sono qui, nonno. - Dove, qui?- Ma proprio qui, nella bottiglia. Avevo sete, ci sono cascata dentro. Ed eccola là che nuotava affannosamente per tenersi a galla. Fortuna che l'estate prima, a Sperlonga, aveva imparato a fare la rana:- Aspetta che ti ripesco. Il nonno calò una cordicina dentro la bottiglia, Alice vi si aggrappò e vi si arrampicò con destrezza. Era brava in ginnastica.