angela niro

angela niro

Attraverso i secoli […] le fiabe finiscono per trasmettere nello stesso tempo significati palesi e velati: finiscono cioè per parlare simultaneamente a tutti i livelli della personalità umana comunicando in modo tale da raggiungere la mente ineducata del bambino nonchè quella sofisticata dell'adulto.

Bettelheim

C'era una volta una donna che aveva tre figlie: la maggiore si chiamava Occhietto, perché‚ aveva un occhio solo in mezzo alla fronte; la seconda, Duocchietti, perché‚ aveva due occhi come tutti gli altri; e la terza, Treocchietti, perché‚ aveva tre occhi, e il terzo proprio in mezzo alla fronte. Ma poiché‚ Duocchietti era proprio come tutti gli altri, la madre e le sorelle non la potevano soffrire, e le dicevano:

 

Non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, né che il bosco sia spopolato e solitario perché per me tu sei il mondo intero; chi potrà dunque dire che io sono sola se il mondo è qui a guardarmi? Shakespeare

 

Chiunque sia stato innamorato almeno per una  volta nella sua vita, avrà provato le emozioni eccezionalmente descritte da Shakespeare in “ Sogno di una notte di mezza estate”. Emozioni potenti, che ti fanno battere forte il cuore,  tirare quel sospiro che muove tutti i muscoli del corpo, in cui le spalle si liberano del peso di tanta gioia, le guance si arrossano e le parole si bloccano e tutta la nostra energia è convogliata nel desiderio di rendere quell'attimo eterno.

 

 

Da non molto tempo mi sono resa conto che la lentezza mi sta incuriosendo in modo particolare. Nel trattenerla nella mia mente, con un atteggiamento indubbiamente in controtendenza rispetto alla velocità che mi scorre intorno, mi sono accorta di essermi imbarcata in un viaggio per certi versi impegnativo e per altri agevole.

Ho solcato, e ancora lo sto facendo, itinerari molto diversi, ma - ad un esame solo poco più attento - accomunati dalla possibilità di concedere al tempo il ruolo di benefattore piuttosto che di tiranno.

 

La Biblioteca è illimitata e periodica. Se un eterno viaggiatore la traversasse in una direzione qualsiasi, constaterebbe alla fine dei secoli che gli stessi volumi si ripetono nello stesso disordine (che, ripetuto, sarebbe un ordine: l’Ordine). Questa elegante speranza rallegra la mia solitudine.

Borges

I fantastici libri volanti di Morris Lessmore, è un cortometraggio, uno tra i più classici - e a me piacciono i classici - e più premiati cortometraggi nella storia dei cortometraggi di animazione. Nato dalle teste creative di William Joyce e Brandon Oldenburg, è stato un tale successo che oggi è possibile trovarlo anche nella versione libro, edito da Rizzoli.

 


Avvicinare la volontà

Trovo curioso che di riflessioni sulla volontà, “dimensione antropologica essenziale”, come la definisce Manicardi (2012), il panorama psicologico sia piuttosto povero. Non mi riferisco, dicendo quello che ho appena detto, all'attenzione della psicologia verso la sua mancanza, comunemente conosciuta come abulia, ma ad una attenzione verso la sua essenza. 

Allo stesso tempo trovo prevedibile che i migliori contributi sulla volontà possano essere ricercati nella filosofia e nella sociologia, e, se posso permettermi di suggerire, anche nella letteratura.

L’età dello smarrimento. Senso e malinconia di Cristopher Bollas, psicoanalista della British Psychoanalytical Society, è un interessante contributo in cui la disciplina psicoanalitica s’interroga sulla situazione di crisi in Occidente e segnala una possibilità per invertire quello che sembrerebbe il suo inarrestabile decorso.

Cosa potrebbe incuriosirvi di questo testo?

Intanto direi che ciò che ha incuriosito me è il modo in cui la psicoanalisi si cala nella realtà degli ultimi tempi e si integra ad altre discipline per fornire una quadro chiaro della crisi in cui siamo immersi e la direzione in cui ci stiamo dirigendo.

Se  speriamo di vivere non semplicemente di momento in momento, ma realmente coscienti della nostra esistenza, la necessità più forte e l'impresa più difficile per noi consistono nel trovare un significato alla nostra vita.

Bettelheim 

Lunedì, 26 Aprile 2021 12:30

Simone: il bambino canguro

La storia di Simone, il bambino canguro è la storia di un bambino intelligente, con notevoli proprietà di linguaggio, ma instabile, quasi iperattivo. Simone non riesce a fissare l’attenzione né a stare fermo più di qualche secondo e spesso da l’impressione di non sentire ciò che gli si dice. Da qualche tempo, poi, vuole essere chiamato Jumpy, (il nome del canguro di uno spot), per due motivi: perché ciò gli consente di tirare calci e perché i canguri si portano dietro la casa: “La casa ce l’hanno nella pancia” spiega. “I canguri hanno una grossa tasca con i cangurini così nessuno li lascia mai soli!”.