L'io è innanzitutto un'entità corporea. Non è soltanto una entità superficiale, ma anche la proiezione di una superficie. Volendo cercare una analogia anatomica la cosa migliore è identificarlo con l'homuncolus del cervello degli anatomici, il quale si trova nella corteccia cerebrale a testa in giù, con i piedi protesi verso l'alto, mentre guarda all'indietro e reca a sinistra, come è noto la zona del linguaggio.
S. Freud
Il corpo non dimentica. L’io motorio e lo sviluppo della relazionalità, nato dall’integrazione degli interessi e delle competenze di Massimo Ammaniti e Pier Francesco Ferrari, è un testo sull’origine e sull’evoluzione della relazionalità, in cui il corpo assume la centralità a lungo negatagli. Sottraendo terreno al divario tra corpo e mente, movimento e cognizione, psicoanalisi e neuroscienze, il testo propone una prospettiva integrativa che tenta la strada di un audace e auspicabile dialogo proficuo.
Perchè è importante osservare il periodo gestazionale con una crescente attenzione? In che modo lo sviluppo del sistema motorio è legato allo sviluppo della relazionalità? Quali sono i meccanismi alla base delle primissime interazioni tra madre e bambino? Quali prospettive si sono occupate di indagare lo sviluppo della relazionalità e il suo legame con lo sviluppo motorio?
Nella sua ampia trattazione il testo Il corpo non dimentica. L’io motorio e lo sviluppo della relazionalità aiuta il lettore a rispondere a queste domande e a molte altre introducendolo in un campo di indagine affascinante, in costante trasformazione e sempre più multidisciplinare.
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