DISTURBI TRATTATI

L'impegno quotidiano profuso in favore della salute mentale mi vede come professionista profondamente coinvolta nella focalizzazione dell'attenzione verso una più diffusa e consapevole conoscenza del significato di salute: "Uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità" (Organizzazione Mondiale della Sanità, 1948). Il benessere a cui questa definizione si riferisce richiede a noi stessi di tutelarlo quotidianamente e di ripristinarlo nelle condizioni in cui il sopraggiungere di un disagio ne causa una sua compromissione.

disturbi di ansia

Disturbi di ansia

I disturbi d’ansia, secondo la classificazione del DSM-5, possono essere distinti in: disturbo d'ansia da separazione, mutismo selettivo, agorafobia, l'ipocondria, fobie specifiche, il disturbo d'ansia generalizzata, il disturbo di panico, la fobia sociale, disturbo d'ansia indotto da sostanze e causato da altre situazioni mediche.  In essi, l’ansia, che per definizione è "una paura senza oggetto," diventa pervasiva compromettendo il funzionamento personale, sociale e lavorativo del soggetto che la esperisce. I sintomi psicologici e neurovegetativi più rappresentativi dei disturbi d’ansia includono: una preoccupazione eccessiva, blocco del pensiero, difficoltà di concentrazione, tachicardia, mancanza di respiro, tensione muscolare, brividi o vampate di calore, disturbi urinari e/o intestinali, tremori, disturbi del sonno. Ad essi si accompagnano ansia anticipatoria, complessi comportamenti di evitamento, nonché  condotte di accompagnamento che rappresentano la modalità sviluppata dal soggetto per farvi fronte. I disturbi d’ansia, come tutti gli altri disturbi, presentano delle caratteristiche specifiche e uniche in ogni persona, che non devono essere generalizzate, ma valutate caso per caso.

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disturbi psicosomatici

Disturbi psicosomatici

I disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati, che rappresentano la nuova categoria nosologica del DSM-5, che include il precedente disturbo somatoforme, il disturbo da conversione e l’ansia da malattia condividono l’espressione da parte del soggetto di un disagio attraverso il corpo. I sintomi che caratterizzano, che il più delle volte diventano profondamente invalidanti conducendo il paziente a ripetuti e frustranti controlli medici, che non identificano una condizione medica generale che possa giustificarli, possono coinvolgere l’apparato gastrointestinale, respiratorio, urogenitale, cardiocircolatorio, la cute e il sistema muscoloscheletrico. Per quanto differente modelli abbiano privilegiato nell’analisi di questi disturbi un aspetto piuttosto che un altro, i pazienti che manifestano un disturbo da sintomi somatici sembrano mostrare delle caratteristiche comuni: una difficoltà di esprimere le loro emozioni a parole, un pensiero prevalentemente operativo, con una difficoltà marcata a ricorrere alla simbolizzazione e una condizione di iper-attivazione del sistema nervoso autonomo.

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disturbi dell'umore

Disturbi dell'umore

Quando parliamo di disturbi dell’umore intendiamo riferirci ad una serie di disturbi psicopatologici accomunati da una alterazione patologica del tono dell’umore e tale da compromettere il funzionamento psicologico, sociale e lavorativo del soggetto che ne è affetto. Quando parliamo di umore possiamo riferirci secondo la definizione di Lersch: "quell’ aspetto della attività psichica che conferisce la tonalità, il colorito affettivo a tutto quello che viene vissuto". Le alterazioni del tono dell’umore possono comprendere: il suo abbassamento, la sua elevazione, un umore irritabile, disforico o paratimico (ossia che denota una discordanza tra l’affettività e la situazione oggettiva) e che investono l’area affettiva, l’ara psicomotoria, cognitiva e somato-vegetativa del soggetto che tenderà a manifestare un insieme di sintomi in relazione alla specifica variazione. Il DSM-5 distingue i disturbi depressivi in (disturbo depressivo, da disregolazione dell’umore dirompente, depressione maggiore, disturbo depressivo persistente, disturbo disforico premestruale) e bipolari (disturbo bipolare I, bipolare- II, ciclotimia e disturbo bipolare indotto da sostanze).

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disturbi alimentari

Disturbi alimentari

I disturbi alimentari o della nutrizione sono distinti nel DSM-5 nelle seguenti categorie diagnostiche: Pica, Disturbo di ruminazione, Disturbo da evitamento/restrizione dell’assunzione di cibo, Anoressia nervosa, Bulimia nervosa, Disturbo da alimentazione incontrollata, Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione con specificazione, o senza specificazione. Le persone affette da disturbi del comportamento alimentare presentano un’alterazione del comportamento alimentare che può comportare: una forte restrizione del cibo ingerito, un’assunzione eccessiva, una  preoccupazione spropositata per il cibo che viene ingerito, un’alterazione dell’immagine corporea abbinata a una preponderante presenza di pensieri che riguardano le forme del corpo, il peso e il cibo. La loro insorgenza tende ad essere precoce e a cronicizzarsi nel tempo conducendo ad una richiesta di aiuto, o più spesso all’intervento coatto di assistenza in presenza di condizioni mediche che finiscono per mettere in pericolo la vita di chi ne soffre. Sono presenti sentimenti di inadeguatezza, tentativi di controllare l’ambiente esterno percepito come intrusivo, sensibilità elevata al giudizio altrui, comportamenti auto-aggressivi.

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difficoltà relazionali ed affettive

Difficoltà relazionali ed affettive

In quanto clinici non possiamo trascurare tutta una serie di fenomeni e di segnali di disagio sociale che si riferiscono ad una difficoltà, sempre più emergente, e più o meno marcata, di costruire relazioni positive, relazioni in cui potersi riconosce attori partecipi e attivi in cui sperimentare vicinanza, comprensione, condivisione, affetto, stima, amore. La qualità delle relazioni che giungono alla nostra osservazione mostra di compromettere profondamente il benessere di chi si rivolge a noi per una richiesta di aiuto, mettendoli nella condizione di esperire un profondo senso di solitudine, esclusione, di difficoltà di interazione, rabbia, irritabilità, o ancora tendenza a privilegiare relazioni virtuali, superficiali e dominate da dinamiche patologiche. Spesso in questi pazienti la paura del giudizio altrui, unita a convinzioni personali particolarmente svalutanti, incrementano queste difficoltà conducendo a un vero e proprio blocco delle abilità sociali che spesso si accompagna ad una profonda paura di essere abbandonati. La pervasività e la tendenza di queste difficoltà a cronicizzarsi nel tempo costituiscono altri due importanti aspetti che le caratterizzano.

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difficoltà famigliari e di coppia

Difficoltà famigliari e di coppia

Quando i rapporti più significativi per noi diventano limitanti e causano fatica e sofferenza, anche affrontare cambiamenti fisiologici che conducano a nuovi e più funzionali equilibri può diventare molto complicato. Spesso le difficoltà maggiori si manifestano proprio in seguito a eventi come (nascite, condizioni patologiche, cambiamenti lavorativi, lutti, separazioni ecc…) e si assiste ad un esacerbarsi della conflittualità che poteva già caratterizzare le relazioni tra ciascun membro della coppia o della famiglia. La scarsa comunicazione, le aspettative irrealistiche, le manifestazioni di aggressività etrodiretta e autodiretta, attiva o passiva, profonda insoddisfazione, difficoltà reciproca di comprensione possono compromettere ulteriormente i rapporti già dagli equilibri molto fragili. In ogni passaggio evolutivo, infatti, ciascun membro della coppia e della famiglia è chiamato a una ridefinizione dell’identità e a sviluppare una maggiore capacità di aprirsi al mondo esterno ed interno, tollerare la frustrazione, affrontare e superare conflitti e idealizzazioni, abbandonare pretese irrealistiche e negoziare compiti e ruoli.

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Difficoltà lavorative, scolastiche e nella gestione dello stress

Difficoltà lavorative, scolastiche e nella gestione dello stress

Quando l’impegno nel lavoro diventa esageratamente faticoso, esaurendo tutte le energie fisiche e psicologiche da impiegare in esso e conducendo il soggetto addirittura ad abbandonare quella situazione di lavoro penosa, ci troviamo dinanzi ad una condizione definita “Burnout”. Prima che il burnout si manifesti, però, il soggetto inizia ad esperire una condizione di stress correlato al lavoro, che tende a presentarsi con una sintomatologia che comprende: mal di testa, irritazione, difficoltà di concentrazione, sentimenti di inadeguatezza, vissuti depressivi, irritabilità, ansia e fatica e la cui intensità cresce nel tempo. Un’enorme fatica può compromettere allo stesso modo il percorso di studi del bambino, del ragazzo, o dell’adulto, lasciandolo in balia degli eventi, spaventato dal pensiero di non essere all’altezza,  in difficoltà con la sua capacità di apprendimento e di organizzazione, disorientato rispetto al percorso giusto da seguire per fronteggiare situazioni di blocco, crisi nello studio o problemi emotivo-relazionali.

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sofferenza legata a lutti e separazioni

Sofferenza legata a lutti e separazioni

Quando parliamo di lutto non intendiamo necessariamente riferirci alla morte, ma a quell’esperienza profondamente dolorosa conseguente anche ad una separazione, il sopraggiungere di una malattia che compromette la nostra o altrui integrità fisica e psichica, la perdita di un lavoro. L’equilibrio emotivo in seguito ad una perdita è compromesso e la risposta fisiologica, soprattutto nella fase acuta, presenta un corollario di sintomi che vanno dalla tristezza, al ripetuto presentarsi di ricordi e immagini relative all’evento e alla persona coinvolta dall’evento, alla compromissione dei normali bisogni fisiologici, che, tuttavia, tendono a ridursi con l’accettazione di quello che è accaduto e la riorganizzazione cognitivo-emotiva dell’individuo. Non sempre al lutto segue una nuova situazione di equilibrio e quando questo accade l’evento diventa eccessivamente doloroso da elaborare bloccando il soggetto in una situazione di dolore cronico. Il processo di distacco viene osteggiato a vantaggio del proseguimento di un legame che assorbe il soggetto e che è inevitabilmente impossibile da conservare con le caratteristiche precedenti. Chi vive una situazione di lutto complicato si trova, infatti, a sperimentare una compromissione del senso della sua esistenza e della sua identità.

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